di Iolanda Stocchi
La Pazienza dello Sguardo
la biblioteca di VIVARIUM
Iolanda Stocchi,
nata a Venezia nel 1961. Laureata in Filosofia e Psicologia. Psicologa e Psicoterapeuta junghiana, vive a Milano dove lavora con adulti e bambini utilizzando il Gioco della Sabbia. Già consigliere dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, ha collaborato con il S.I.M.E.E, con Comunità di recupero delle dipendenze e con la Sezione femminile del carcere di San Vittore di Milano dove ha portato negli anni novanta il Gioco della Sabbia. La sua pratica è ora prevalentemente clinica e
privata. Svolge attività seminariali e di docenza presso scuole di psicoterapia e associazioni. Ha pubblicato il volume Il Silenzio delle Sirene. Figurazioni della psiche femminile, La biblioteca di Vivarium, 2005. Ha pubblicato diversi saggi e articoli su libri e riviste tra cui la Rivista di Psicologia Analitica.
In copertina: Ex-voto: la Pazienza dello Sguardo.
Perché un libro sul Gioco della Sabbia con i bambini? Perché tutti noi, in qualche modo, ci portiamo dentro un bambino che è stato ferito perché non ha incontrato lo sguardo giusto che gli ha permesso di esistere. Questo libro nasce dal desiderio di parlare del Gioco della Sabbia — una pratica terapeutica junghiana che si fonda sulla funzione di autoguarigione dell’inconscio attraverso la produzione di immagini e il ruolo creativo delle mani — e della sua importanza terapeutica sia con i bambini, sia con gli adulti. L’immagine infatti anticipa e trova soluzioni. L’immaginazione è il processo e il contenitore. Mi sono sempre chiesta che cosa sentiamo quando guardiamo. Penso che la dimensione del vedere sia molto vicina a quella del sognare. Guardare è sognare? La questione dello Sguardo è oggi di grande rilevanza, non solo nell’ambito psicoanalitico, ma più in generale in quello antropologico e culturale. Il mio approccio al Gioco della Sabbia si avvale di molteplici sguardi e letture, in una sorta di montaggio- collage che aiuterà a guardarlo in un’altra luce
e a vederne anche la sua grande attualità poiché il nostro tempo è dominato sia dall’ipertrofia della parola sia da immagini idolatrate o, al lato opposto, immagini spazzatura. Qual è allora lo Sguardo adeguato per comprendere e ri-velare quella misteriosa necessità della psiche di oggettivarsi nei sogni, nelle immagini, nell’arte? Abbiamo necessità della Pazienza dello Sguardo.