Relazione sui primi tre gruppi clinici 2016
- Il 23 Gennaio 2016, presso lo studio della Dott.ssa Rocco, ha avuto inizio il nuovo ciclo di incontri del gruppo clinico AISPT. I partecipanti, dottori Noemi Maccariello, Daniela Frola, Daria D’Andreamatteo, Carla Di Francesco, Daniela Romani, Concetta Di Bartolomeo, Monica Issietti , si sono confrontati su un caso clinico presentato dalla dott.ssa Di Francesco. Il paziente, un bambino di 12 anni, manifestava stati d’ansia generalizzata con episodi di attacchi di panico, difficoltà di concentrazione e risvegli notturni. Essendo il percorso terapeutico iniziato da pochi mesi, il lavoro del gruppo si è concentrato prevalentemente sull’analisi degli elementi emersi nella fase di valutazione e nei primi quadri di sabbia realizzati dal paziente. Si è rilevato un profondo stato depressivo nel bambino con sentimenti di solitudine e tristezza, coartazione delle spinte vitali ed una significativa difficoltà nell’espressione dell’aggressività. L’attenzione comune si è, inoltre, focalizzata su come il disagio manifestato dal bambino si inserisse in una problematicità più ampia relativa al contesto familiare, connotato da un clima prevalentemente depressivo, scarsa differenziazione degli spazi e dei ruoli intergenerazionali, conflittualità della coppia con triangolazione dei figli e alterazioni della comunicazione con veicolazione di segreti e di non detti. È stato interessante notare come, attraverso il Gioco della Sabbia, i vissuti inconsci di dolore e di rabbia inespressa del paziente, ancora lontani dalla possibilità di farsi parola ed essere verbalmente condivisi con il terapeuta, cominciassero a trovare una via di rappresentazione e come, contemporaneamente, iniziassero ad attivarsi nell’inconscio immagini archetipiche funzionali a riparare le figure genitoriali interne danneggiate. Il caso presentato ha permesso al gruppo di riflettere insieme sul potere del Gioco della Sabbia come luogo di rappresentazione dell’irrappresentabile, come terreno di attivazione di risorse e forze riparatrici interne alla psiche e come veicolo di comunicazione tra paziente e terapeuta laddove altre forme di comunicazione non siano ancora possibili.
- Il secondo incontro del gruppo clinico è avvenuto presso lo studio della Dott.ssa Navone il 20.02.16. Vi hanno partecipato i dottori Bevilacqua Giovanni Maria, Romani Daniela, Di Bartolomeo Concetta, Ferrieri Michela, Frola Daniela. La dott.ssa Romani ha condiviso con il gruppo il caso clinico di un bambino rumeno di 8 anni, seguito presso un centro di ascolto e consulenza per migranti. Il bambino, vittima di violenza assistita intrafamiliare, con padre alcolizzato e fisicamente violento nei confronti della madre, presentava un disturbo del controllo sfinterico (encopresi), comportamenti oppositivo-provocatori soprattutto nel contesto scolastico e difficoltà di apprendimento. La riflessione gruppale, stimolata dal percorso terapeutico e dalle immagini del Sand Play, si è focalizzata inizialmente sull’individuazione delle risorse di base del paziente nelle prime sabbie come indicatore prognostico per la terapia. L’analisi dei quadri successivi ha, inoltre, orientato la discussione sulla possibilità di eventuali esperienze traumatiche precoci subite direttamente dal bambino e sulla possibilità riparatrice e trasformativa che il Gioco della Sabbia può offrire in situazioni di questo tipo. L’intreccio tra problematiche cliniche e sociali che il caso in questione presentava, ha suscitato una stimolante discussione e dato vita ad un proficuo confronto tra i partecipanti.
- In data 19.03.16 il gruppo clinico, costituito dai dottori Di Bartolomeo Concetta, Ferrieri Michela, Frola Daniela, Mancuso Elena, Marturini Simone, Romani Daniela, Simonetta Ivana , si è riunito presso il centro clinico La cura del Girasole, con la supervisione del Prof. F. Montecchi. I presenti si sono confrontati sul caso di una donna di mezza età, seguito privatamente per circa due anni dal Dott. Marturini. La paziente, giunta in terapia a seguito della rottura di una relazione affettiva, lamentava difficoltà sul piano relazionale, in particolare con le figure maschili, ed un malessere esistenziale diffuso per il quale chiedeva aiuto. Alla richiesta esplicita si accompagnavano, tuttavia, ambivalenze e significative resistenze che hanno richiesto al terapeuta un profondo lavoro di tenuta interna e di analisi dei propri vissuti controtransferali. Ciò ha sollecitato il gruppo ad una riflessione sugli aspetti tecnici nella gestione di casi complessi come quello proposto. Il lavoro sulle immagini del Gioco della Sabbia e del materiale onirico della paziente ha, inoltre, fornito spunti per approfondimenti teorico-clinici sulla relazione tra resistenze e possibili esperienze traumatiche rimosse e sul conseguente significato difensivo/protettivo dei ricordi schermo. Si è, inoltre, riflettuto, sulla possibilità di una trasmissione transgenerazionale di nuclei problematici relativi, nel caso specifico, alle aree della maternità e dell’identità femminile in generale. I temi trattati sono stati molteplici e la discussione di gruppo viva ed articolata.