Maria Rosa Calabrese: “chiedimi se sono felice”

di Sonia Giorgi

Maria Rosa Calabrese inizia prestissimo, poco più che ventenne, a lavorare con la creatività in situazioni di aiuto, come terapeuta nella Comunità per Bambini ed Adulti Autistici di F. Deligny, Monoblet Cevennes (Francia) e con bambini portatori di handicap psichici nelle scuole elementari e medie della provincia di La Spezia, prima di laurearsi, nel 1980, in Psicologia dell’età evolutiva presso Università di Genova, Facoltà di Pedagogia.

In quegli stessi anni inizia il proprio training analitico personale e di formazione in Psicologia Analitica, secondo l’ispirazione di C. G. Jung, con il Prof. Claudio Risé, allora docente di Psicologia dell’Educazione alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano e futuro cofondatore della scuola di psicologia analitica LI.S.T.A (Libera Scuola di Terapia Analitica) di Milano. Formazione che proseguirà, per successivi sei anni, con la Dr.ssa Silvia Di Lorenzo, didatta del CIPA, Centro (Italiano Psicologia Analitica) di Milano, membro IAAP (International Association for Analytical Psychology) e con il Dott. Dieter Baumann, psichiatra e psicoterapeuta junghiano, nonché nipote di Carl Gustav Jung. La sua prima formazione, convintamente junghiana, si conclude nel 1989, dopo otto anni di training psicoanalitico didattico di gruppo e supervisione con il già citato Prof. Claudio Risé.

Zurigo 2011, cinquantenario della morte di Jung

Sono anni, quelli fra il 1981 e il 1989, segnati profondamente anche dall’incontro con Dora Kalff: il training psicoanalitico didattico e la supervisione individuale con lei saranno di ispirazione per trovare quella propria personale equazione di lavoro che Calabrese perfezionerà negli anni a venire.

Da questo momento due sono  i filoni che, senza mai smettere di approfondire l’insegnamento di Carl Gustav Jung, Calabrese coltiverà, mentre li integra nella formazione in Sandplay che continua nel tempo, fra il 1985 e il 2004, con il Dott. Martin Kalff (fondatore di ISST e terapeuta di Sandplay, esperto internazionale di Psicologia Buddista ed erede professionale di Dora Kalff a Zurigo) prima con un training psicoanalitico in archetipi dell’inconscio collettivo e miti della Grecia antica, lavoro teorico e pratico con il colore, successivamente con un training psicoanalitico individuale e di gruppo in Sandplay Therapy.

Due filoni che diverranno la peculiare espressione della sua energia e della sua personale visione della vita e della cura: la spiritualità buddhista; l’espressione della creatività, che le mani insegnano a cuore e mente attraverso la manipolazione della materia, l’uso del colore e ogni altra espressione della psiche creativa, come l’arte visiva, la letteratura, la danza.

Calabrese continua la formazione più prettamente analitica, prima (1985-1990), a Lugano, con il Dott. Daniele Ribola, psicoanalista dell’Istituto junghiano di Zurigo, e poi (1990-2004) con la partecipazione a seminari sugli archetipi dell’inconscio collettivo a Zurigo, Roma, Milano; in relazione ai miti e alle fiabe di tutto il mondo con la Dott.ssa M. L. Von Franz; con il Dott. Dieter Baumann, con il Dott. Martin Kalff, con il Dott. Trevi e il Dott. Galimberti, psicanalisti junghiani. Partecipa (1995-2010) a convegni di Sandplay Therapy e sua applicazione nella Terapia Analitica con adulti e bambini, in particolare nella cura del trauma da violenza sessuale, nelle sindromi postraumatiche, nei disturbi di apprendimento, nell’ipercinetismo, nel fenomeno del bullismo, nelle tossicodipendenze e nelle difficoltà di integrazione multirazziale di ultima generazione presso l’Ospedale del Bambin Gesù di Roma, a Zurigo presso lo studio di Dora Kalff, in America, Sud Africa e Giappone.

Intanto, Calabrese, dal 1983 al 2007, studierà presso i Venerabili Lama della  tradizione buddista tibetana a Pomaia in Toscana; presso l’Istituto Lama Tsong Khapa a Milano; a Bari e a Pesaro presso Centri di Ricerca di Psicologia Buddista completando, fra il 2000 e il 2007, la formazione Kapala Training,  lavoro teorico e pratico, individuale e di gruppo, sulla ricerca intorno all’Archetipo dell’Ombra nella tradizione occidentale ed orientale con Lama Tsultrin  Allione (Colorado USA), fondatrice del Centro di studi buddisti e di formazione per lo sviluppo della Psiche. Dal 2004 al 2015, inoltre, visiterà più volte l’anno l’India, svolgendo training teorico e pratico di comparazione della simbologia del colore e del suo uso tra Oriente ed Occidente presso maestri di filosofia induista e artisti indiani in scultura e pittura, danzatori e musicisti in Varanasi.

Anche la sua originaria attenzione alla creatività, e alle molteplici forme in cui essa si esprime, e alla cura, non cessa di esercitarsi negli anni, aprendo l’esplorazione a territori di confine, come gli stati non ordinari di coscienza e l’incontro con la morte.

1984-1987: Training di gruppo ed individuale in Teoria del Colore di W. Goethe con la Dott. Doris Harpers e il Dott. Stefano Pederiva entrambi membri della Scuola Antroposofica Internazionale di Rudolf Steiner e specializzati in terapeutica artistica antroposofica, a Oriago di Mira, Venezia.

1985-1987: Training individuale in espressione della dimensione profonda e originaria della Psiche, laboratorio artistico con uso del colore di Arno Stern, a Zurigo e a Parigi.

1995-1999: Training individuale e di gruppo in Biodanza su corpo, movimento, colore con la Dott.ssa Marcella Gambino.

2000-2008: Training in Euritmia Artistica, individuale e di gruppo in particolare la relazione tra colore, corpo e parola, nella Scuola Antroposofica Steineriana di Dornach (CH).

2005-2008: Training individuale e di gruppo di Respirazione Olotropica secondo il metodo del Dott. S. Groff, con il Dott. Piero Coppo, etnopsichiatra, psicoterapeuta, studioso e ricercatore sugli stati alterati di coscienza e con la Dr.ssa Francesca Caputo, psicologa del servizio sanitario toscano di Massa Carrara.

2007-2011: Training di psicotanatologia di gruppo, per l’assistenza psicologica ai morenti ed ai loro familiari con il Dott. Frank Ostaseski, fondatore del primo Hospice per l’assistenza psicofisica ai morenti in Philadelfia USA.

2009-2011: Training individuale e di gruppo con la danza terapeuta Dr.ssa Franca Tarantino su espressione corporea della dimensione psichica, danza come archetipo, funzione terapeutica della coreutica nelle danze rituali con particolare riferimento all’area salentina e pugliese. Dioniso come figura archetipica in relazione a Shiva, divinità induista della danza, con un particolare approfondimento sulla importanza del colore nei rituali di danza.

Il lungo e articolato percorso di ricerca di Calabrese, oltre ad attestare la sua inesausta energia vitale, testimonia una sua doppia fedeltà: a C. G. Jung, che ha fatto dell’equazione personale e della apertura nel rigore alla ricerca lo statuto che unico può garantire l’efficacia della cura; a Dora Kalff, della quale Calabrese si fa erede più prossima, esaltando quella particolare attitudine della sua terapeutica – l’ascolto aperto e compassionevolmente recettivo guidato dalla spiritualità buddhista – che altri allievi di Dora Kalff hanno messo in secondo piano a favore di una ricerca psicologica maggiormente orientata alla convergenza fra Sandplay e metodologia scientifica.

Divenuta socia ISST (International Society for Sandplay Therapy) dal 1995, AISPT (Associazione Italiana Sandplay Therapy) dal 2001, Calabrese, oltre al lavoro clinico, si dedica nel tempo ad una intensa opera di sperimentazione e diffusione del sapere nei settori di suo specifico interesse: terapeutica psicoartistica presso il Circolo di via Podgora per lo sviluppo della psiche di Milano, fondato C. Risé, M. Valcarenghi, S. Di Lorenzo, analisti junghiani; lavoro teorico-pratico di formazione sulla relazione psiche-colore con gruppi presso l’Associazione Studi e Ricerche Psicosociali, annessa al Centro Studi di Psicologia Clinica, Genova; seminari di Sandplay Therapy sull’importanza del colore nelle opere terapeutiche dei pazienti a Zurigo e a Ginevra presso Centro per lo sviluppo della Sandplay Therapy;  collaborazione psicologica ed artistica con il Dott. Martin Kalff nella conduzione di gruppi di Sandplay Therapy a Zollikon; collaborazione per attività di docenza sulla relazione psiche-colore nel materiale onirico, nella storia dell’arte, nella Sandplay Therapy con LI.S.T.A, Libera Scuola di Terapia Analitica di Milano.

Dal 2000 inizia la collaborazione con Tiziana Tacconi (docente di Anatomia Artistica e successivamente del Biennio di Perfezionamento di Terapeutica Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano) con seminari e workshops su Arte e Psiche nella Sandplay Therapy e seminari di gruppo sulla relazione tra Arte e Psiche attraverso la Storia dell’Arte e le opere degli artisti, interventi tenuti, dapprima, presso il Centro di Studi e Ricerca su Arte e Psiche a Sarzana, poi presso l’Accademia stessa, che dal 2009 le conferirà un contratto di collaborazione per le attività didattiche dell’insegnamento di Archetipi dell’immaginario per la terapeutica artistica.

Conduzione di gruppi di formazione in Sandplay Therapy e nel trattamento pratico dell’inconscio; corsi di formazione psicoanalitica sugli Archetipi della psicologia junghiana, su psicologia ed alchimia, sulla teoria e pratica del Mandala, sullo studio psicologico ed interpretativo del Faust di Goethe, sulle divinità dell’Olimpo greco, su psicologia junghiana ed astrologia, sulla relazione tra psiche e colore nel ciclo biblico di Marc Chagall. Creazioni di performance collettive per l’espressione della creatività e della trasformazione della energia psichica; drammatizzazione dei sogni e loro amplificazione teatrale; uso del corpo, di ogni materiale ed esercizi di concentrazione meditativa per entrare in contatto con le immagini più profonde dell’inconscio. Lavoro sull’Ombra nel Kapala Training. Queste le tante, anche se non tutte, le attività di ricerca e formazione dell’ultimo decennio, messe qui perché ricordino un’etica del lavoro terapeutico e della vita centrata, junghianamente, sulla ricerca nel profondo di noi e sul dono generoso di sé e del proprio sapere. Una testimonianza del suo attivismo che nello slancio vitale ha riconosciuto, e fatto riconoscere, l’impegno al conseguimento della pienezza dell’esistere e della gioia: “Chiedimi se sono felice”, il tormentone con cui sapeva sbalordirmi, nei nostri viaggi, negli incontri, quando coglieva attimi magici di densa dilatazione emotiva fra noi, nello sguardo sul mondo.

Coloro i quali hanno avuto il privilegio di essere da lei formati alla teorica del colore, di partecipare a seminari e performance espressivi, di sentire, attraverso il rapporto con la sapienza del movimento, del corpo, e delle mani in particolare, la forza del tesoro espressivo che abita ciascuno e che guarisce nella espressione creativa, non possono che recare un pensiero grato alla forza dell’esempio, teorico e della pratica, che è stato di Maria Rosa Calabrese.

Noi terapeuti del Sandplay, che abbiamo goduto della sua vicinanza, io stessa, che ho avuto anche il privilegio di condividere con lei in amicizia tanti percorsi e i viaggi in India, sentiamo di aver imparato da lei un’attitudine, fatta di passione e rigore, all’ascolto mirato ad accogliere i movimenti liberi e creativi che possono esprimersi autonomamente nella sabbiera; un sentimento dell’esistenza che, attraverso la materia esprime lo spirituale, come accade anche nell’arte; un fare immaginifico che, nella migliore interpretazione di Jung, permette, al di là della sola parola, di attingere al significato, nascosto ma potente, che redime la vita di ciascuno che possa attingerlo, se una Madre di Gioia sta accanto al cercatore inconsapevole per aiutarlo a mettersi al mondo di nuovo.

E se, per usare le parole di Jung stesso, Ogni psicoterapeuta non ha soltanto il suo metodo; è egli stesso quel metodo; e anche Avere una vocazione nel suo significato originario vuol dire essere guidati da una voce … La voce interiore è voce di una vita più piena, di una coscienza ulteriore più ampia, dobbiamo allora riconoscere che in Maria Rosa abbiamo potuto incontrare il canto fermo della vocazione personale che si dà all’altro come stimolo a ricercare, e trovare, la unica e irripetibile propria voce; che noi terapeuti possiamo incamminarci verso una medesima generosa autenticità, quella che nasce e si sviluppa dalla connessione con se stessi attraverso la continua ricerca che, sola, ci dà la possibilità di essere, per coloro i quali si affidano a noi in speranza, metodo e cura insieme.

Orme presenta qui due scritti, nella convinzione propria della Redazione che essi possano ricordare, a chi l’ha conosciuta e frequentata, e sottolineare, per coloro che non l’hanno potuta conoscere, alcuni contenuti e la metodologia di Calabrese.

Il primo, dal titolo Velina, velata, velo, per la parte clinica pubblicato in Journal of Sandplay® Therapy, vol. 23, n. 2, 2014, è stato l’intervento di Calabrese all’interno del 22° congresso ISST tenutosi nell’agosto 2013 a Venezia dal titolo La Maschera: il gioco del nascondere o rivelare in un mondo che cambia.

Il secondo, dal titolo La teoria del colore di Goethe e la Sand-play Therapy, che qui viene pubblicato per gentile concessione dell’editore, è stato edito da Magi (Roma) nel 2005 nel volume collettaneo La psicologia del colore a cura di Magda Di Renzo e Claudio Widmann.

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L’AISPT, espressione italiana della International Society for Sandplay Therapy ISST, si occupa di formazione, ricerca, condivisione di esperienze e conoscenze sulla psicologia con il metodo del Gioco della Sabbia, all’interno di una rete internazionale che facilita lo studio, la discussione specialistica e lo scambio tra i terapeuti. La Sandplay Therapy fornisce un linguaggio simbolico anche a chi non ha parole per esprimere il proprio malessere, consentendo di rappresentare il mondo interno così come si è costellato.

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