Trauma e risorse nel Sandplay TRiS© Video

VIDEO

di Ursula Wachter
(Monaco, Germania – urwachter@t-online.de)

(I colori fanno riferimento al “semaforo dello stress”).

Il sistema nervoso non è sempre consapevole!

Un individuo che ha subito un trauma desidera a tal punto risolvere le problematiche legate allo stato traumatico, che, quando si trova a doversi confrontare con il trauma stesso, potrebbe esserne di nuovo sopraffatto. Questo avviene perché il suo livello di consapevolezza del trauma non è tale da permettergli di capire che sta vivendo uno stato di stress molto elevato. La situazione traumatica si ripete, portando a una ritraumatizzazione.

Un individuo traumatizzato ha un grande bisogno di esprimere il trauma attraverso il Sandplay e, creando un’immagine, può esserne sopraffatto e sperimentare nuovamente il trauma.

Il nostro tipo di terapia mira a minimizzare questo pericolo. Limitiamo le libere associazioni e ci facciamo in parte carico dello stress del paziente, dal momento che egli è meno in grado di gestirlo.

Caso

Una ragazza di quasi 17 anni, con genitori alcolisti e tossicodipendenti.

I genitori si sono separati quando la ragazza aveva 3 anni.

Ha un patrigno alcolista.

La madre l’ha strangolata con violenza quando aveva 12 anni, ed è stata salvata da un vicino di casa.

Ha vissuto in comunità per due anni, prima di essere affidata alla famiglia di suo zio, fratello della madre, che aveva due figli di 3 e 6 anni.

La madre della paziente è morta un anno e mezzo fa di cancro.

La ragazza è stata espulsa dal liceo. Ora frequenta un istituto tecnico commerciale che concluderà l’anno prossimo prendendo il diploma di scuola superiore.

Abbiamo lavorato qualche volta con il metodo TRiS. È riuscita a parlare dello strangolamento, ma non ha voluto che ne venisse fatto il video. La situazione traumatica che presenterò tra poco non è così grave, ma rende bene l’idea di come funzioni questa tecnica. La ragazza aveva 11 anni quando si è verificato l’episodio che verrà da lei raccontato.

Prima di lavorare con la sabbia abbiamo deciso su quali situazioni traumatiche e tematiche lavorare.

 

TH:     Per favore prendi le statuine che rappresentano le risorse che ti serviranno per mettere in scena questa tematica:

            Tu sei importante.

            Prendi le statuine che ti fanno sentire importante.

 

MEL:  Questo è mio zio, per cui io ero importante.

            Questa è una persona che rappresenta tutti i miei amici, per cui io sono importante.

            Mio nonno, per cui io sono la nipote preferita, anche se non si può dire.

TH:     Tu sei la prima nipote.

MEL: Questo è mio fratello, perché io sono la sua piccola Melissa. Penso che lui si arrabbi molto quando mi succede qualcosa di male.

TH:     Hai scelto delle persone come tue risorse. Prendi delle statuine che siano per te simbolo della tua forza interiore, che mostrino che tu sei preziosa, che senti tue, che rappresentino una parte di te.

TH:     Possiamo creare la scena? Qual era l’affermazione positiva?

MEL: Io sono importante.

TH:     Io starò dietro di te e ti darò dei colpetti sulla spalla. Tu ascolta il tuo corpo mentre ti concentri sulle risorse.

            Sei ancora d’accordo con l’affermazione: <Io sono importante> o hai un’idea migliore?

MEL:  Io sono preziosa!

TH:     Hai capito come funziona? Dove, nel tuo corpo, ti senti preziosa?

MEL: Ovunque, percepisco una sensazione di calore, è una bella sensazione.

Risorse:

  • Un carosello: una giostra: il saper stare con i bambini
  • Una leonessa con il suo cucciolo in bocca: la sensibilità
  • Un cervo: la forza interiore

Trauma

Sull’altro lato della sabbiera c’è la situazione traumatica:

MEL:  Non sono riuscita a fare una parte dei miei compiti e ho chiesto a mia madre se poteva aiutarmi. Era seduta sul terrazzo e beveva con il mio patrigno e degli amici. Il mio patrigno ha risposto: “Sbrigatela da sola, tua madre non ha tempo per te adesso”. Mia madre ha sempre seguito i suoi consigli. Lui l’ha uccisa.

TH:     Tua madre non ti rispondeva?

MEL: Gli ha obbedito.

TH:     Come ti sei sentita in quel momento?

MEL: Inutile, trattata ingiustamente e insignificante rispetto al mio patrigno.

TH:     Ricordi qualche emozione legata a tua madre?

MEL: Delusione e rabbia.

TH:     Quanto è intenso lo stress che riesci a percepire in una scala da 0 a 10?

MEL: 6-7

TH:     Dove lo senti nel tuo corpo?

MEL: Nella pancia.

TH:     Come lo senti?

MEL: Ho i crampi e una sensazione di vuoto.

TH:     Va bene, lavoriamo su questo. Osserva prima le risorse, poi la situazione traumatica. (In questo modo si crea un ponte, una connessione neuronale, i ricordi si possono nuovamente raccogliere e ricomporre).

Colpetto sulla spalla (stimolazione sensomotoria)

TH:     Ora puoi cambiare qualcosa all’interno della sabbiera, aggiungere qualcosa, ma non togliere nulla. (Comportamento, azione)

MEL: Ho messo mio fratello dietro di me.

Colpetto

MEL: Ho messo i miei amici dietro di me.

Colpetto

MEL:  Mio zio tra me e mia madre.

TH:     Che frase (livello cognitivo) potrebbe dire tuo zio?

MEL: A mia madre? Smettila!

Colpetto

MEL: Mio nonno dietro di me e dietro mio zio. Lui direbbe la stessa cosa.

TH:     Puoi aggiungere ancora qualcosa?

MEL: Che merito qualcosa di meglio che essere trattata così (livello cognitivo)

TH:     Dillo direttamente come se fossi tuo nonno. (comportamento)

MEL: Melissa si merita di meglio che essere trattata così.

Colpetto

MEL: I miei cugini. I bambini amano incondizionatamente.(livello cognitivo)

Colpetto

MEL: Mi sono messa (la leonessa) di fronte a me.

TH:     Che parte di te è?

MEL: La parte sensibile e protettiva.

Colpetto

MEL: Il cervo significa che ho una forza interiore, anche se non la mostro.

Valutazione e integrazione

TH:     Quanto è intenso ora il tuo stress, considerando la scena iniziale collegata all’affermazione negativa: <Io sono insignificante/inutile>, da 0 a 10?

MEL: Zero.

TH:     Quale potrebbe essere l’affermazione positiva invece?

MEL:  Io valgo! (livello cognitivo)

TH:     Ora ricorda questa immagine e la frase <Io valgo>. La stabilizzeremo. Respira profondamente.

            Scansione corporea

            Se vuoi puoi disegnare quanto vali. (livello cognitivo, comportamento, immaginazione)

Ha dipinto una perla.

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L’AISPT, espressione italiana della International Society for Sandplay Therapy ISST, si occupa di formazione, ricerca, condivisione di esperienze e conoscenze sulla psicologia con il metodo del Gioco della Sabbia, all’interno di una rete internazionale che facilita lo studio, la discussione specialistica e lo scambio tra i terapeuti. La Sandplay Therapy fornisce un linguaggio simbolico anche a chi non ha parole per esprimere il proprio malessere, consentendo di rappresentare il mondo interno così come si è costellato.

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